Incontro con Bao Lan, Maestro e promotore in Italia del Viet Vo Dao, e figlia Giulia Lien, che per anni sono stati residenti ad Albignasego

Oggi abbiamo avuto il piacere e l’onore di parlare con il Maestro Bao Lan, tra i primi promotori dell’arte marziale vietnamita Viet Vo Dao in Italia, e la figlia Bao Lien Giulia, attuale Presidente della medesima Associazione per il Veneto.
Sono stati legati al nostro territorio e residenti a Carpanedo per circa un ventennio, guidano anche una palestra a Padova in zona Voltabarozzo.
Il Maestro Bao Lan, classe 1954, è discendente dell’ultimo imperatore del Vietnam Bao Dai.
Attirato dalle arti marziali sin dalla giovane età pratica varie discipline tra le quali Judo e Tae Kwon Do e dopo diversi anni trovò una vera e propria passione per il Viet Vo Dao e per il il Vo Co Truyen conseguendo dapprima il grado di istruttore fino ad arrivare al grado attuale di Maestro 8° Dang Internazionale.

Buongiorno Maestro, è attivato in Italia nel 1972 ed ha deciso di introdurre la disciplina del Viet Vo Dao nel padovano, mentre al contempo frequentava l’Università degli Studi di Padova nella Facoltà di Ingegneria. Ha trovato difficoltà nei primi periodi visto che la disciplina era quasi totalmente sconosciuta?

A dire il vero sì. Ho trovato molte difficoltà nel proporre il Viet Vo Dao a Padova per molti motivi; negli anni ‘70 la gente neanche immaginava potessero esistere arti marziali vietnamite. In città c’erano solamente scuole di Karate e di Judo. Poi hanno iniziato a circolare i film di Bruce Lee e credo sia nato un certo interesse verso i corsi di Kung Fu, visto che tutti volevano imparare i “colpi segreti “ che si vedevano nei film!

All’epoca non parlavo molto bene l’italiano e non conoscevo la realtà culturale e sociale padovana quindi per me è stato difficile organizzare un corso di arti marziali partendo dal nulla.
Sarebbe stato più facile insegnare una disciplina già nota e presente nel territorio ma ci tenevo ad insegnare ciò che avevo imparato in Vietnam, nel mio paese, dai miei Maestri.

Ho cominciato così un corso dedicato ad amici studenti presso il Patronato della Basilica di Santa Giustina nel 1974.
Nel 1975 insieme ad alcuni primi allievi ho aperto la mia prima palestra a Padova in Vicolo Dei Conti e successivamente nel 1979 presso la Palestra comunale, in via Frà Paolo Sarpi. Quello sì, fu un momento di grande sviluppo e diffusione del Viet Vo Dao. Vi fu un forte aumento del numero di allievi e si formarono anche le prime Cinture nere ed Insegnanti.

Con l’aumento di interesse nella disciplina è nata l’esigenza di aprire uno spazio dedicato totalmente al Viet Vo Dao, la palestra a Voltabarozzo

Esatto. Nel 1982 ci trasferimmo nella  nuova sede in via Caena 46 a Voltabarozzo,  luogo in cui siamo rimasti fino ai giorni nostri, acquisendo successivamente il nome di “PALESTRA BAO LAN”. Ormai siamo quasi giunti a 40 anni di attività in questo luogo che per noi e per tutti gli allievi, vecchi e nuovi, è considerata come una seconda casa. Oltre alla disciplina del Viet Vo Dao è presente il Viet Tai Chi, una disciplina completa che allena equilibrio forza fisica e respiro, adattandosi alle esigente di ogni allievo e la kick boxing, il combattimento sportivo con l’utilizzo di protezioni, per il quale prevediamo anche una cospicua parte di preparazione atletica.

Si è occupato della diffusione del Viet Vo Dao in tutto il territorio Nord Est in Italia. Ci racconti qualche aneddoto dei primi anni dedicati a questa attività

Sin dall’inizio la mia attenzione era rivolta alla pratica di un’Arte marziale autentica, praticata così come si faceva alle origini. Ecco perché scelsi di investire molto nella formazione completa degli insegnanti, più che gettarmi a capofitto nella facile via della ricerca degli allievi. Il tempo e la dedizione hanno premiato il nostro lavoro dato che nei successivi dieci anni il Viet Vo Dao si è diffuso in tutto il territorio del Veneto, nelle province di Padova, Treviso, Verona e Vicenza guidato da capaci e validi Istruttori e Maestri.

Dai primi anni ‘80 è iniziata anche la diffusione del Viet Vo Dao in Lombardia con corsi a Brescia, a Mantova e successivamente a Milano. Il cammino della diffusione non è stato semplice, ogni settimana ero in viaggio una volta a Brescia, un giorno a Mantova, ogni weekend c’erano dimostrazioni o gare, è stato un vero e proprio tour de force!
Nel frattempo abbiamo gettato le fondamenta per la creazione della FEDERAZIONE Viet Vo Dao ITALIA con altri amici colleghi Vietnamiti in Italia e successivamente in Europa con la collaborazione dei Maestri presenti in Francia, Germania, Polonia, Svizzera, Portogallo e, fuori dal continente, in Marocco.

Sono stati molti i successi in ambito sportivo e le partecipazioni ad eventi anche internazionali. Ci racconti qualcosa a tal riguardo

In questi 45 anni di attività, i nostri atleti ed Istruttori si sono sempre distinti nelle varie competizioni nazionali ed internazionali.
Deteniamo molti titoli di Campioni d’Italia sia nelle competizioni di Viet Vo Dao  nazionali che nelle competizioni Interstile (dove cioè ci cimentiamo con atleti che praticano altre arti marziali) e nei circuiti nazionali di kick boxing (come la celebre Iaksa).
Nel 2016 a Saigon la squadra Italiana, con tanti membri della nostra palestra, si è classificata al secondo posto nel CAMPIONATO MONDIALE DI VO CO TRUYEN, arte marziale tradizionale vietnamita.

Siamo stati la squadra Campione d’Europa nell’ultima edizione degli European Viet Vo Dao Championship a Porto in Portogallo nel 2019.
Ora il Viet Vo Dao nel Veneto annovera ben 16 centri con circa 700 praticanti iscritti.

La ringrazio per la disponibilità accordata

Grazie a lei dell’intervista.

 

Abbiamo poi avuto il piacere di dialogare con Giulia Lien, figlia del Maestro Bao Lan, attualmente Presidente Veneto per la disciplina del Viet Vo Dao oltre che istruttrice attiva nella palestra del padre.

Hai avuto la fortuna di essere allenata da uno dei tre Maestri che rappresentano la disciplina in Italia, tuo padre. Sin da bambina, come ti sei approcciata a questa disciplina?

Ho iniziato la pratica del Viet Vo Dao a 4 anni ma ero troppo piccola, la vedevo come una disciplina troppo seria e piangevo disperata ogni volta che i miei genitori provavano a portarmi in palestra. Ma sono stati pazienti, non mi hanno forzata a continuare e l’anno successivo hanno provato a riportarmi, questa volta con successo. Da quel momento in poi non ho più smesso e, anche se negli anni, sopratutto quelli dell’adolescenza, ho avuto qualche alto e basso, non posso immaginare la mia vita senza questa parte ormai fondamentale. Essere la figlia del Maestro poi non ha facilitato le cose come molti possano pensare. Dai figli del Maestro si è sempre preteso di più, le aspettative sono state sempre più alte e la responsabilità che io e mio fratello ci siamo sempre sentiti addosso non è sempre stata facile da gestire. Il privilegio più grande è stato invece quello di poter seguire direttamente i suoi insegnamenti e apprendere non solo le tecniche ma il suo modo di trasmetterle e di comunicarle, poter viaggiare in tutto il mondo e fare amicizia con tantissime persone che ormai fanno parte della nostra famiglia del Viet Vo Dao.

Sono diversi anni che il Viet Vo Dao è praticato in Veneto. Visto il tuo ruolo, parlaci dell’attuale movimento in Veneto, quali sono i numeri e le prospettive future

Il Viet Vo Dao in Veneto è una realtà ormai consolidata da anni. E’ la regione con più centri e più iscritti in Italia. Prima della pandemia contavamo più di 700 iscritti e ci tengo a sottolineare, che più della metà di questi iscritti sono ragazzi sotto i 18 anni e che i bambini fino ai 12 anni sono sicuramente il gruppo più numeroso fra i nostri allievi. Questo fa ben sperare per il futuro dato che i giovani sono il nostro vivaio più prezioso su cui la nostra attenzione è sempre stata ben focalizzata. Non dimentichiamo poi la fascia senior e over che va dai 18 anni in su che rimane comunque la fascia di allievi più costante e fedele nel tempo. Tra i progetti futuri importante ci sarà la formazione di nuovi insegnanti che ci darà l’opportunità di aprire nuovi centri e la comunicazione che ci permetterà di diffondere ed espandere il più possibile il Viet Vo Dao nella nostra regione.

Attualmente vi occupate di diverse attività, a contatto con le scuole, i ragazzi e gli ospedali. Parlaci di queste iniziative

Come detto in precedenza, per noi i giovani e i bambini sono la fascia più importante non solo in termini di numeri ma sopratutto in termini formativi. Il Viet Vo Dao è una disciplina completa che allena il corpo e la mente e che comprende diverse tecniche con l’utilizzo di pugni e calci, tecniche a coppia di difesa personale, tecniche di caduta e di combattimento e che prevede anche una parte di teoria basata sulla storia di questa disciplina e sulla filosofia orientale. Il bambino che alleniamo oggi potrà benissimo essere il Maestro di domani ecco perché è così importante iniziare a far conoscere la nostra disciplina fin dalla giovane età. Una delle collaborazioni che più funziona per far approcciare i ragazzi alla nostra arte marziale è sicuramente collaborare con le scuole (solitamente durante l’ora di educazione fisica) per far comprendere loro come non sia solo un’attività fisica ma anche formativa ed educativa. Negli ospedali operiamo principalmente con la pratica del Viet Tai Chi che, grazie ai suoi movimenti più lenti e morbidi e alla respirazione, aiuta a trasmettere in modo corretto l’energia a chi ne ha più bisogno. “Essere forte per essere utile” è il motto della nostra Arte Marziale e “mano d’acciaio e bontà di cuore” è il significato del saluto che facciamo sempre ad inizio e fine allenamento: credo che questo sia il punto di partenza di ogni cosa che facciamo quando indossiamo il nostro vo phuc (il kimono usato nella pratica del Viet Vo Dao).

Il periodo COVID ha limitato sensibilmente lo sport in tutto il mondo. Voi e la vostra realtà come state reagendo a tutto questo?

Purtroppo è già passato un anno dallo scoppio della pandemia e la situazione dello sport è piuttosto critica. Diciamocelo, il settore è ormai ridotto allo stremo. Siamo chiusi da ottobre ma in realtà è da più di un anno che non riusciamo a praticare la nostra disciplina al completo dato che parte del programma prevede anche il contatto come, per esempio, nel caso delle difese personali. Senza contare gli ingressi contingentati e l’impossibilità di organizzare eventi (per noi Arte Marziale è innanzi tutto condivisione). Abbiamo cercato comunque di continuare la pratica attraverso video lezioni, classroom virtuali e a qualche allenamento all’aperto.  La reazione dei nostri allievi, in questi casi, è stata sorprendente: non hanno mai smesso di allenarsi, ognuno con le proprie possibilità, ed hanno aderito sempre con entusiasmo ad ogni nostra iniziativa facendoci sentire costantemente la loro vicinanza. Non li ha fermati la logistica di case sovraccaricate dalla Didattica a Distanza, il freddo pungente delle serate d’inverno o tutte le altre criticità che un periodo come questo può portare ad ognuno di noi. Da parte nostra, invece, nonostante le crescenti preoccupazioni, abbiamo sempre cercato di trasmettere positività e serenità ai nostri allievi, in maniera tale che sentissero che quella cosa che stavano costruendo passo dopo passo, allenamento dopo allenamento (quella che noi chiamiamo “la via” marziale), non li avrebbe di certo abbandonati in questo periodo, pur riconoscendo la drammaticità di una situazione “più grande di noi”.  Sia chiaro poi, nonostante tutte le preoccupazioni del caso, la sicurezza dei nostri allievi è sempre stata al primo posto per cui ci siamo sempre confrontati con gli enti di promozione e con le autorità per capire come agire. Massivi investimenti sono stati fatti per rendere sicura e a norma la palestra. Del resto mio padre fu chiaro già ad ottobre quando annunciò la chiusura della palestra. Da Maestro, ci disse, il suo compito era quello di proteggere i propri allievi.

Per cui, in conclusione, viviamo in una specie di limbo, in attesa che qualcosa si muova e che la situazione migliori. Ma nel frattempo non ce ne stiamo con le mani in mano, stiamo portando avanti molte iniziative per e con i nostri allievi in stretta collaborazione e cooperazione con la Federazione e l’Ente di promozione a cui siamo affiliati.

Grazie Giulia per averci raccontato qualcosa di questa bellissima disciplina

Grazie a te Matteo per averci dato l’opportunità di farvi conoscere la nostra Arte Marziale.

 

Matteo Venturini