Intervista al giornalista Giorgio Alfine, storico corrispondente di Albignasego per il Gazzettino

Oggi abbiamo il piacere di incontrare Giorgio Alfine, albignaseghese doc e storico  referente giornalista per il nostro Comune per quasi 25 anni.
Qualche giorno fa mi ha contattato via mail e mi ha sottoposto una domanda destinata alla rubrica “Il Direttore Risponde”, presente in questo numero a pagina 15. Con l’occasione ci siamo confrontati e ho pensato di porgli qualche domande, vista la sua lunga esperienza e conoscenza del territorio.
Dopo un’esperienza in alcune radio libere a partire dal 1976 si dedica quasi totalmente alla carta stampata. Ma cediamo volentieri la parola a Giorgio.

Nel 1970 ti sei sposato e trasferito definitivamente ad Albignasego, raccontaci di quei primi anni in quella che poi sarebbe diventata la tua residenza.

Tutto ebbe inizio con un torneo di tennis che avevo promosso tra le radio negli anni 76/77 indetta da Radio Abano Terme R.A.T. 103 di cui ero uno dei fondatori. La cosa interessò l’allora Eco di Padova (succursale del Corriere) che mi contattarono per avere notizie dell’evento. Da cosa nasce cosa: alla fine mi chiesero se fossi interessato a scrivere in qualità di corrispondente, ma anche di sport. La proposta mi allietò con entusiasmo, consapevole che la redazione padovana sarebbe durata più o  meno 15 mesi. Iniziai con interesse tralasciando in parte la radio. Poi un sabato notte di ritorno da Ancona, al seguito della squadra femminile di A1 di volley del Cus Padova, impegnata nella serie maggiore. Una tempesta di neve rallentò il rientro, per le strade impraticabili, tanto che arrivammo in città alle 9 del mattino della domenica. Il tempo di acquistare il giornale per poi andare a dormire dopo una notte insonne. Non più tardi di un paio di ore squillò il telefono di casa, era la redazione de: il Gazzettino il quale visto che l’Eco era quasi in chiusura, mi chiesero se ero interessato alla corrispondenza per il Comune di Albignasego, perché il loro corrispondente aveva dato le dimissioni.

Hai avuto un’importante esperienza amministrativa ad Albignasego che ti ha portato ad essere eletto insieme al futuro sindaco Bettella e ad essere eletto anche Assessore all’Urbanistica.

Ufficialmente ad Albignasego sono arrivato negli anni 70 dopo il matrimonio  perché io e mia moglie Alessandra, eravamo impiegati ad Albignasego, si proveniva entrambi da Santa Croce a Padova dove abitavamo vicini di casa, non lontano dal Prato della Valle. Dagli anni 70 vi è stato un repentino cambiamento tanto da diventare il Comune più popoloso della provincia. Un cambiamento che mi ha coinvolto a partire dal 1986 con dei nuovi amici alla vita politica del paese, prima in veste di segretario politico della Dc e poi assessore nella giunta guidata dal sindaco Renzo Bettella. Forse una parentesi nel peggiore momento della politica nazionale contraddistinta più che altro dal tintinnio delle manette che ha cambiato la geografia politica in gran parte d’Italia.

E poi, da giornalista, sei stato per molti anni referente per i comuni di Albignasego, Casalserugo, Due Carrare (allora ancora divise in due Comuni n.d.r), Cartura, Bovolenta e talvolta Tribano, oltre che inviato domenicale pere la pallavolo, il calcio ed il ciclismo.

Sì è vero,  il tutto avvenne  dopo la telefonata del caporedattore. Il giorno successivo di buon mattino ero già in via Boccalerie, sede storica a Padova, da dove prese  avvio il mio impegno proseguito per oltre un ventennio che poi si estese anche ai comuni di Bovolenta, Casalserugo, Cartura, Carrara San Giorgio e Santo Stefano fusesi in Due Carrare. La parte più importante fu poi quella di scrivere di Pallavolo grazie anche alle due squadre padovane: Petrarca e  Thermomec.  In aggiunta per otto anni tutte le domeniche pomeriggio ero in redazione in redazione sportiva a seguire anche altri eventi come calcio-minore, il ciclismo e gli sport minori.

Tra le tante notizie che hai trattato raccontaci un paio di aneddoti riguardanti la nostra Città e non.

Sono molteplici i fatti da raccontare su oltre vent’anni di notizie: soprattutto quello che riguardano le elezioni delle nuove municipalità nei singoli paesi che davano risalto a pagine intere con i candidati gli eletti e quelli che pensavano di farcela… e poi le urne ha riservato come sempre qualche sorpresa. Per cui forse quella che più mi ha dato da pensare è stata la tromba d’aria di Albignasego vissuta da vicino e l’inondazione  della famosa “Ponta”di Bovolenta.

Negli anni ti sei affezionato e hai apprezzato l’Istria fino a prendere casa poco lontano da Parenzo. Qualche anno dopo hai ottenuto anche la cittadinanza onoraria nel paese di Tar-Vabriga. Raccontaci questa tua passione ed esperienza per questi territori.

In mezzo a tutto cio’ negli anni 80 abbiamo avuto modo di conoscere l’istria da vicino, girovagando sul parentino con le frastagliate coste che creano insenature uniche in cui la natura ha il predominio. Ancor oggi. Abbiamo trovato un’area unica che in questi anni si sta ampliando nella comunità di Torre/Abrega, dove abbiamo trovato casa che si specchia a pochi metri dal mare tra il complesso della Lanterna e la Baia di Santa Marina, prospiciente agli scavi romani, dove dal 10 dopo Cristo i patrizi romani al termine della loro missione  a Roma, si traferivano in Istria, dando vita alla coltivazione degli olivi e all’allevamento del pesce (branzini e orate) direttamente in mare. Una terra benevola che apri nuove frontiere sul commercio dell’olio esportato sino al Pannonia e la produzione del “ Garum,” una salsa di pesce paragonata oggi al caviale, allora una vera ghiottoneria, un sito che per oltre 300 anni vide i romani edificare e prosperare in istria. Scavi che grazie anche all’impegno del museo del parentino con l’ex direttore Vladimir Kovacic che oggi custodisce tutti i ritrovamenti romani e alla collaborazione dell’università di Bordeaux (Prof. Francis Tasseau)e dell’università di Padova (Prof. Antonio Marchiori) che vede ogni anno coinvolti studenti francesi, italiani e Croati nel portare alla luce pezzi di storia di quasi 2000 anni. Da anni la comunità locale è impegnata nella promozione e salvaguardia di quanto scoperto in questi anni dalla civiltà romana in istria. Storia raccontata sul sito internet www.itineraristrianinews con interviste e video realizzati sul sito archeologico.

Ti ringrazio per la tua disponibilità e spero di avere ancora l’onore di ospitare qualche tua curiosità all’interno delle nostre pagine per le prossime uscite.

Grazie a te

 

Matteo Venturini