La ristorazione scolastica. Affrontiamo l’argomento insieme a Claudio Gazzetta

Ci incontriamo nuovamente e con molto piacere possiamo parlare oggi di un argomento che, in effetti, ha fatto molto discutere negli ultimi mesi: la ristoriazione scolastica

Ti ringrazio Matteo, innanzitutto  per avermi offerto questa ulteriore opportunità di esprimere un libero pensiero in questo mondo della ristorazione scolastica così complesso ma nello stesso tempo estremamente semplice            

 

Parli di complessità e nel contempo di semplicità ,  perché hai utilizzato questi termini che si contrappongono?            

Dipende da dove lo vogliamo analizzare , mi spiego:  gli attori protagonisti  in questa realtà sono diversi; le istituzioni comunali, gli enti pubblici (USL), le aziende di ristorazione,  i genitori con i rispettivi comitati, gli insegnanti e gli alunni. Ognuno  ha un ruolo determinante e diverso ma non sempre  le loro finalità sono le stesse. Una debole sinergia                                          

 

Mi sembra di comprendere che sia a volte una impresa ardua.                                                   

Esattamente. Le diverse realtà non convergono nello stesso punto, ognuno parte da una propria visione e spesso si perde l obiettivo comune che è quello di soddisfare le esigenze dei bambini.

Il Comune si concentra sul  rispetto  dei parametri di gara e sull aspetto politico, le USL offrono le loro linee guida e si basano principalmente  sulla corretta alimentazione con le loro  analisi scientifiche e oggettive, i comitati genitori vivono di riflesso alle reazioni emotive dei genitori e dei loro figli, gli insegnanti partecipano in prima persona in tutto l arco del tempo pedagogico                                     

 

Il fine però dovrebbe essere comune , o sbaglio ?                      

Non sempre si riesce ad avere la giusta intesa tra le parti e la poca conoscenza dell’argomento a volte inficia il vero  contenuto dello stesso e i  relativi  protagonismi delle persone coinvolte rallentano il fine comune                                         

 

Ci fai qualche esempio?               

Il conflitto emotivo del genitore che ascoltando  il bambino al ritorno da scuola, ad esempio: “Oggi non ho mangiato perché mi faceva schifo –  oppure – Ho mangiato solo una porzione di pasta o di pane, perchè tutto  il resto non mi piaceva “; per una mamma è un  colpo al cuore sentire che il proprio figlio non mangia e per giunta dover pagare il pasto ogni giorno, senza poterlo usufruire.

La fase successiva è quella di scaricare la responsabilità e l’insoddisfazione del servizio sull’azienda di ristorazione o sulla rigidità delle USL per i menu troppo severi – troppe minestre o verdure e poche pizze o bastoncini –  o sul Comune che non controlla a dovere e non fa rispettare il capitolato.                                             

 

Ci sarà sicuramente una soluzione…                                       

 Certo , i rapporti negli ultimi anni sono migliorati notevolmente, l’impegno degli enti pubblici USL, comunali e corpi docenti  è stato quello di formare i genitori, di educarli alla conoscenza, di farli  partecipi in prima persona, di far dialogare tutte le parti e  raggiungere così  il consenso di tutti                              

 

Credi ci possa essere un margine di miglioramento? 

Sì, trovarsi insieme allo stesso tavolo e studiare nuove strategie con finalità costruttive portano a grandi successi anche se a volte è più facile demonizzare e lanciare dardi – Social haters – nascondendo la mano ,che lavorare insieme per migliorare.                                     

 

Tra l’opinone pubblica si sente parlare spesso di poca qualità nelle mense              

Le aziende di ristorazione ricoprono un ruolo importantissimo e sicuramente l’appetibilità di un piatto dipende dalla capacità di ricerca e dalla preparazione dello staff di cucina, è corretto che il comitato dei genitori accompagnati da dietiste preparate, sia critico, ma nel contempo anche costruttivo e se le loro analisi sono pertinenti, è importante e doveroso ascoltarli, è proprio attraverso i loro consigli che si riescono a correggere i processi di preparazione e di elaborazione delle pietanze, nel contempo anche gli enti pubblici devono intervenire, controllando le aziende appaltatrici, offrendo spazi adeguati, attrezzati e insonorizzati e per concludere stimolare anche gli insegnanti – già sotto stress – ad una partecipazione attiva. Ad esempio il sorriso della maestre nell’apprezzare le pietanze è fondamentale per il bambino. 

Un piccolo inciso: ho sempre apprezzato quando nei comitati facevano partecipare anche i capi classe eletti dai ragazzi – per quanto riguarda le scuole secondarie -.  

Lasciami comunque spezzare una lancia a favore di queste grandi aziende di ristorazione che quasi tutte  lavorano nel rispetto delle norme contrattuali – capitolati -, che certificano l’aspetto igienico sanitario degli alimenti e degli ambienti (vari  iso 9000 , 22000 /22005), che garantiscono sempre la sicurezza alimentare e la tracciabilità dalla produzione al trasporto e alla distribuzione  

                                     

Mi raccontavi che hai fatto diverse conferenze sull’alimentazione                                   

Sì, con medici, tecnologhe alimentari e dietiste abbiamo fatto diversi incontri in diversi Comuni del  Veneto, il nostro intento era quello di trasmettere quanto l’alimentazione dei ragazzi sia importante non solo a scuola ma principalmente a casa, si parlava di obesità infantile, delle varie malattie metaboliche che nascono da cattive abitudini alimentari già in età scolare, dall’abuso di alcool nel’adolescenza, la gestione del tempo e della qualità nelle preparazioni dalla colazione alla cena,  argomenti anche delicati quali l’anoressia o la bulimia e qui permettimi di essere un po’ pungente nei confronti di questi genitori che vanno a sindacare in modo eccessivo sulla alimentazione scolastica che è sempre controllata dagli enti preposti – USL NAS – a garanzia dell’igiene e della sicurezza alimentare e poi snobbano gli incontri formativi/educativi e a casa loro sono a volte i primi a non rispettare l’alimentazione di se’ stessi e dei figli, con dispense pieni di alimenti raffinati e industriali – come salumi, merendine, snack, bibite zuccherate, eccetera -.                         

 

Ti senti di dare un consiglio ai nostri lettori?

I ragazzi sono il nostro futuro, affrontare le eventuali problematiche senza polemiche, uscire dal proprio stato di comfort, non  eccedere in atteggiamenti autoreferenziali, affrontare con serenità e tranquillità  e come dico sempre con un “sano pragmatismo“.

Dobbiamo continuare a  sforzarci ad educare sempre di più le giovani generazioni ad una corretta alimentazione, insegnare il controllo delle emozioni alimentari, ascoltare i loro bisogni e tradurli in azione, trasmettere entusiasmo al rispetto del proprio corpo e dare valore ecologico  all alimento, che è la  prima vera medicina della nostra esistenza.

 

Grazie Claudio per il tuo prezioso contributo e a risentirci presto per altri interessanti argomenti

Grazie a te Matteo, è sempre un piacere poter scambiare quattro chiacchiere con te

 

Matteo Venturini