Fumo e giovani

Quasi tutti gli adolescenti sono tentati dal fumo. Ma vietarlo può essere controproducente, quindi perché i ragazzi in un’età conflittuale iniziano a fumare?                                                                            La maggior parte degli adolescenti oggi fuma regolarmente o lo fanno di tanto in tanto, o per lo meno, hanno sperimentato la sigaretta. 

Non di rado, l’ingresso alla scuola superiore o in una classe successiva coincide con la sperimentazione della sigaretta, che segna appunto il passaggio verso il mondo degli adulti.

   “Il fumo è, ancor di più per i giovani, un danno: è associato a problemi di salute significativi durante  questa età  ed è  un fattore di rischio da adulti, –  come evidenzia Dottor Gustavo Siviero,  medico di base di Albignasego,- soprattutto per le malattie polmonari croniche, cardiovascolari e tumorali.

    I piccoli fumatori hanno una ridotta funzionalità polmonare e hanno più probabilità di soffrire di mancanza di respiro, tosse, catarro e respiro sibilante.

     Gli effetti nocivi del fumo sono dovuti all’azione combinata della nicotina e delle numerose sostanze presenti tra i prodotti di combustione. La nicotina è il principale responsabile degli effetti e dell’assuefazione al fumo. La sua azione è diretta principalmente sul sistema nervoso e cardiovascolare. La nicotina, oltre a creare dipendenza, può alterare il processo di maturazione del cervello, con ripercussioni su capacità cognitive e disturbi dell’umore. L’uso prolungato del tabacco può, per azione della nicotina, provocare ipertensione arteriosa, tachicardia e aritmie, infarto del miocardio.

     Nel fumo di tabacco sono inoltre contenuti numerosissimi prodotti di combustione, alcuni dei quali estremamente dannosi: per esempio ossido di carbonio, che si lega all’emoglobina e impedisce gli scambi di ossigeno; catrame, che include vari componenti, come il benzopirone, che hanno azione cancerogena; cianuro, che inibisce la respirazione cellulare. Il rischio di tumori polmonari aumenta da 10 a 30 volte nei fumatori, a seconda della quantità di sigarette fumate. Inoltre, la latenza della malattia è di parecchi anni: il rischio comincia a diminuire soltanto dopo 10 anni dalla cessazione del fumo.”

     A questo aggiungerei il fatto che, secondo diversi studi, l’età in cui si comincia non è priva di conseguenze:  il 90% dei fumatori inizia prima dei 18 anni, più una persona è giovane quando inizia, più è alta la probabilità che diventi un fumatore da adulto e chi non inizia a fumare durante l’adolescenza è improbabile che cominci a farlo in seguito. Il quadro è evidente: la prevenzione del fumo tra i giovani è un tema chiave per loro e per la salute pubblica. In Italia fuma ancora il 20% del 13-15 enni (più le ragazze, il 24 %, che i ragazzi 16 % secondo la Global Youth Tobacco Survey, e anche l’Airc (Fondazione per la ricerca sul cancro) ha lanciato l’allarme: l’attenzione deve restare alta sui giovani, sulle donne fumatrici, i quali sono in aumento più 24 % rispetto gli anni precedenti.

     L’industria del tabacco, sigarette elettroniche e droghe lo ha sempre saputo: i giovani sono un mercato strategicamente importante, fonte di nuovi necessari consumatori. E nonostante la pubblicità dei prodotti da fumo sia vietata sui social si trovano degli influencer che sponsorizzano palesemente certe aziende, partecipando ai loro eventi e pubblicando foto alludendo al loro marchio. Ma pensiamo a quanti milioni di ragazzini seguono questo mondo, cosi pervasivo e pensiamo a quanto possa valere ai loro occhi una sola immagine di un personaggio influente o foto professionali delle modelle che fumano? E pensiamo anche ai danni gravi del fumo pei i più piccoli e la società: non si hanno anche delle responsabilità riguardo ai messaggi che si veicolano sui social, quando si è seguiti da così tanti giovani?

    Proviamo a capire perche si inizia a fumare?

    Il fatto che il fumo rappresenti un comportamento nocivo è piuttosto chiaro. Nonostante sia criticato dal punto di vista della la salute ma accettato nel mondo degli adulti, gli adolescenti ritengono che il fumo sia un modo facile per potersi affermare nella società in qualità di adulti. I giovani tendono a rafforzare la  propria identità scegliendo amici e compagni simili a se stessi. Di conseguenza, i gruppi si costituiscono e tendono a differenziarsi sempre in base a questa caratteristica e crescendo i giovani fumatori hanno un numero sempre più alto di amici fumatori. Il fumo inoltre sembra facilitare l’inserimento nel gruppo, al punto che i ragazzi che non fumano si sentono più facilmente tagliati fuori dalle attività svolte dai ragazzi della loro età, temendo di non riuscire a farsi degli amici e sentendosi socialmente incerti.

     I non fumatori che respirano il fumo emesso da altri sono maggiormente esposti al rischio di cancro al polmone, malattie respiratorie e arteriose.

    Nonostante la “voglia di smettere” venga manifestata di frequente, il fumatore accanito spesso incontra notevoli difficoltà nel superare la dipendenza da nicotina. Sono state di volta in volta proposte tecniche varie di “svezzamento”, ma l’approccio psicologico alla disassuefazione non sembra da solo ottenere risultati soddisfacenti. Le probabilità di riuscita possono aumentare considerevolmente associando ai supporti psico-comportamentali mezzi di somministrazione controllata da nicotina. Sotto controllo medico, chewing gum e cerotti servono a un’assunzione programmata di nicotina, che può rivelarsi utile a ridurre i sintomi da astinenza. Se queste misure non ottengono risultati positivi si può ricorrere all’agopuntura, che può avere rilevante efficacia dopo poche sedute. 

Cosa fare? Meglio ricorrere a un dialogo costruttivo.

Non è nemmeno costruttiva la strada opposta, ossia il lasciare fare loro quello che vogliono, magari offrendosi di comprare le sigarette. Un genitore non si dovrebbe mai porre dalla parte di colui che favorisce le cattive abitudini. Si può allora provare facendo notare i rischi soprattutto estetici del fumo piuttosto che lo spauracchio delle malattie tumorali: alito pesante, pelle spenta e più brufolosa, capelli perennemente impregnati di cattivo odore. In un secondo momento si possono dimostrare i danni fisici magari lasciando di tanto in tanto in giro per casa articoli di giornale che parlano della relazione tra fumo e forme cancerogene. Questa strategia dimostra a un ragazzo che i rischi oggettivi e non inventati dai genitori esistono davvero e che a lui viene affidata la responsabilità di gestire la sua salute.

Sono fondamentali soprattutto le attività di promozione della salute e di prevenzione dei comportamenti che mettono a repentaglio il proprio benessere, messi in atto nelle scuole e nelle famiglie attraverso il dialogo, il confronto, l’esempio e la condivisione, un confronto con un professionista esperto nella relazione d’aiuto, per avanzare domande liberi, dalle dinamiche genitori/figli che possono “inquinare” a volte un dialogo sereno. 

 

Ala Jucova