Danza come arte. Ce lo racconta la maestra di danza Paola Miotto, volto conosciuto ed apprezzato ad Albignasego

Oggi ho avuto il piacere e l’onore di intervistare Paola Miotto, apprezzata maestra di danza che con la sua palestra ad Albignasego ospita ogni anno decine di allieve che si sono avvicinate a questo sport.

Ma già la stessa Paola mi corregge quando uso la parola sport!

 

Paola parlaci di questo sport molto particolare e che appassiona molti giovani e meno giovani

Non parliamo di sport, ma di una vera e propria arte, e adesso ti spiego il perché: tutto l’anno scorso abbiamo battagliato pacificamente per sottolienare questa cosa perché la danza è in effetti una vera e propria arte; dobbiamo però precisare che quando parlo di danza parlo di danza accademica e non danza sportiva, sono due cose completamente differenti.

Cosa faccio? Sono stata io stesso travolta da quest’arte e mi piace davvero tanto tramandare questa mia passione alle mie allieve. La danza è matematica, geometria, logica, leggi della fisica applicate al corpo, ed è controllo del corpo al 100%, memoria e tutto il lato artistico che appartiene ad ognuno di noi. Noi tutti siamo veicolo di emozioni.

Tra tutte le arti la danza è la più completa delle arti perché al suo interno ha musica, recitazione, ballo, e durante lo svolgimento non è possibile parlare, quindi può a tutti gli effetti considerarsi la regina delle arti.

 

Parlaci dei tuoi inizi nella danza

Sono la quinta di cinque figli, la sorella più grande ha dieci anni più di me e quando ero piccola faceva danza anche pur non essendo appassionata e coinvolta; io all’epoca avrò avuto sei anni e mi sono trovata a sfogliare un album fotografico che le apparteneva e all’interno di questo erano presenti alcune foto riguardanti la danza.

Ricordo ancora bene quando a casa, affascinata da questo mondo, facevo le prime coreografie sulla fanfara dei Bersaglieri mentre andava un disco in vinile sul giradischi.

Ho iniziato le mie prime lezioni nella palestra dentro al centro parrocchiale di Sacra Famiglia a Padova.

La maestra d’allora, davvero splendida e professionale, ha notato le mie doti naturali e la propensione per quest’arte e mi ha invitata a scegliere per una palestra più avanzata per poter sviluppare al meglio questa passione sempre più crescente.

Sono quindi passata all’allora Accademia Comini di via Carlo Dottori a Padova fino ai primi anni del liceo classico.

Visto il mio costante e progressivo desiderio di intraprendere la carriera nel mondo della danza ho comunicato ai miei genitori l’intenzione di proseguire, in maniera professionale, gli studi in questo ambito. È così che mollai il liceo classico e, passata l’audizione, mi trasferii in Germania; era il 1986.

 

Molto interessante, ma perché proprio in Germania?

Sono stata ammessa ad una accademia statale di balletto, che a differenza dell’Italia, sono gli unici enti in grado di produrre dei maestri di danza e ballerini professionisti.

Qui in Italia ci sono i diplomi del Coni, poche ore di corso, ora addirittura online, che abbassano notevolmente il livello professionale.

Sono convinta, avendolo vissuto sulla mia pelle, che debba servire un percorso di tre anni – e non solo di poche ore – utile a formare e forgiare il futuro maestro di danza: imparare punte, repertorio, passo a due, moderno, carattere, teoria della danza, psicopedagogia, anatomia, storia del balletto, storia della musica, solfeggio, storia del costume richiedono la giusta preparazione e non è per tutti, ma per chi davvero fa un sacrificio ed una ragione di vita, esattamente come qualsiasi altra professione che richieda anni di formazione.

 

Quindi da quel che mi dici è quasi un’unicità trovare in Italia maestre d’arte con la preparazione che hai avuto tu

Siamo in pochissimi, presumibilmente poche decine. Giusto per farti un’idea, qui a Padova e provincia io sono l’unica ad essere stata ammessa tramite audizione presso una accademia statale di balletto in Germania.

La cosa importante e incredibile è che l’accademia di balletto, una volta ammessi, è del tutto gratuita e con una borsa di studio addirittura non si devono nemmeno pagare le tasse scolastiche, altro che i corsi di poche ore che ci sono qui in Italia, quelli li fanno pagare abbondantemente per darti gran poche nozioni in poco tempo.

Non mi piace però pensarlo come una nicchia, un business, una macchinetta mangia soldi, perché dobbiamo sempre ricordare che sì, questo è un lavoro, ma non deve diventare una scusa per lucrare oltre modo. Esiste un’etica alla quale tengo in modo particolare.

 

E dopo il diploma?

Una volta doplomata ho collaborato con lo Stuttgart Ballet. Molte delle accademie statali hanno al suo interno una struttura in grado di accogliere gli ex allievi talentuosi che potranno poi intraprendere la carriera che può essere nelle discipline di prosa, opera, concertistica, balletto.

A Stoccarda, città nella quale ho studiato io, sono presenti ben due teatri, nei quali ogni sera, e ripeto ogni sera, ospitano spettacoli di vario genere e sono sempre al tutto esaurito.

Anche paesi più piccoli – paragonabili a Piove di Sacco, giusto per capirci – sono forniti di un teatro che offre ogni sera diverse opportunità culturali di questo genere.

Tornando a noi, dopo aver collaborato con lo Stuttgart Ballet per poi firmare il contratto con la compagnia della Comunità Europea con sede in Lussemburgo.

Verso la fine del penultimo anno dei tre anni di accademia, purtroppo mi sono infortunata con quella che allora mi era stata diagnosticata come una storta.

A distanza di anni i legamenti si erano lesionati, e nonostante i diversi anni di sforzi, spettacoli ecc. ecc. dopo un po’ ho dovuto optare per il ritiro prematuro.

 

Mi dicevi poi che nel 1994 sei tornata in Italia e hai trovato il tuo posto nella danza in modo diverso

Tornata in Italia mi sono dedicata sempre alla danza, ma questa volta mi sono concentrata solo all’insegnamento.

Ho iniziato ad insegnare a Vicenza, per poi passare anche a Stra.

Per Vignale Danza, una kermesse importantissima di danza del Monferrato, ho vinto a 25 anni un premio coreografico.

Sicuramente durante i miei studi ho avuto la possibilità di conoscere e vedere il grande lavoro di coreografi conosciuti in tutto il mondo, ma vincere un premio di questo tipo alla giovane età che avevo, mi ha fatto comprendere che la strada dell’insegnamento era quella giusta per me.

Quando ho deciso di avere la mia personale palestra, la mia scuola, ho scelto di insegnare nella palestra delle scuole elementari di Vallonga di Arzergrande; ho affittato la palestra perché mia nonna nei tempi che furono fu maestra elementare proprio lì, nella stessa struttura. Ho provato a ripercorrere le sue orme e la storia mi ha dato ragione. La scuola ha preso piede ed il fatto di tornare alle origini mi ha portato molta fortuna.

 

E poi sei passata prima alla Guizza e poi, più di recente, ad Albignasego

Dopo essere passata alla Guizza ho deciso di resettare tutto e ricominciare con un nuovo nome a Sant’Agostino di Albignasego, questo nel 2019… e fatalità pochi mesi dopo è arrivato il COVID a bloccare tutto.

Inaugurata a settembre ho avuto qualche mese per partire e giusto qualche mese sparso durante questi ultimi due anni.

In ogni caso ho avuto studenti provenienti da diverse zone di Padova e provincia.

In qualunque scuola io abbia insegnato ho trattato tutti gli allievi alla stessa maniera.

Mi sono specializzata a scovare talenti che possano percorrere la stessa strada che ho percorso io. Finora chiunque mi abbia chiesto di raggiungere un obiettivo, lo ha poi raggiunto, chiaramente a seconda delle proprie personale capacità.

Ogni anno porto con me i miei allievi ad un corcorso chiamato Young American Grand Prix, una kermesse che dura più giorni nella quale è possibile ballare e dimostrare le proprie capacità davanti ai migliori direttori di tutte le accademie.

 

So che tieni molti ai valori e all’etica…

Te ne racconto una fresca giusto di ieri: arriva una mamma con una bambina di cinque anni, corpo assolutamente in evoluzione non filiforme. Presente con loro anche la nonna che martellava dicendo: “Eh no, perché ha dei problemi, non sarà in grado..” ed io: “Signora, non ci sono bambini con problemi, tanto più all’età di cinque anni”, questo per dire che mi è stato insegnato – ed è oggi uno dei miei capisaldi tra i valori – che non esiste un corpo perfetto per la danza, e quindi si possono fare strade diverse ma affiancati ad un bravo insegnante conscienzioso puoi arrivare al medesimo risultato; esistono chiaramente persone maggiormente dotate ma ci sono motivazioni molto forti come il carattere e la passione che permettono di vivere l’arte della danza a diversi livelli. Chi potrà viverlo in maniera amatoriale, chi invece in modo professionale con obiettivi sempre più difficili. L’importante è viverla nella propria maniera e conoscendo le proprie aspirazioni e limiti.

Per valorizzare le capacità di un allievo a seconda delle proprie caratteristiche ci vuole una certa capacità, coscienza, sensibilità e professionalità che non appartengono a tutti gli insegnanti.

La meritocrazia è alla base dei miei valori. Anche l’allieva che non è alta e con qualche curva in più, se si impegna al massimo e ottiene ottimi risultati – in rapporto alle proprie capacità – verrà premiata, anche più dell’allieva col fisico perfetto che magari si applica meno durante le lezioni.

Ci sono ancora oggi delle ex allieve, ormai adulte, che mi vengono a trovare per ringraziarmi non tanto per gli insegnamenti teorici quanto per le lezioni umane e di vita che hanno imparato durante il nostro percorso.

 

So che hai partecipato ad iniziative anche nel sociale

Ho partecipato come ospite ad un evento organizzato dallo storico capitano del Calcio Padova Damiano Longhi che si tenne all’Appiani. Durante la serata abbiamo ballato e presentato più pezzi. Io stessa ho un’allieva, che aderisce all’associazione promossa da Bebe Vio, e che ha una disabilità ad un arto superiore, che insieme ad altre ragazze con problematiche di natura simile, sono riuscita a far brillare anche loro e tutte insieme. Purtroppo essendo tutte quante sparse nel territorio nazionale non è possibile fare spettacoli se non occasioni specifiche come queste, ed è davvero stato simbolicamente e significamente importante per loro, per noi e per tutte le mie allieve che hanno ballato insieme a loro di fatto senza differenze e senza differenziarsi… anzi, le mie allieve durante lo spettacolo fanno da contorno alle ragazze diversamente abili che vivono la serata da protagoniste.

 

Eventi in programma, COVID permettendo?

Abbiamo avuto il piacere di ricominciare con gli eventi durante l’estate. Il primo a giugno nel parco delle Poste a Sant’Agostino, ingresso libero, accessi contingentati per uno spettacolo spuntendo e dalla grande soddisfazione.

Ho poi la fortuna di avere molto spazio nella mia scuola: posso trasformarla in una sorta di palco sempre con le entrate contingentate, alla peggio possiamo trasmettere lo spettacolo attraverso Zoom.

In ogni caso vorrei chiedere nuovamente lo spazio al parroco di Sant’Agostino, fronte Poste, per replicare lo spettacolo che abbiamo tenuto pochi mesi fa.

Siamo pieni di idee ed inventiva, qualcosa faremo di sicuro perché la voglia di muoverci e fare arte non ci tiene fermi.

 

Grazie Paola per la disponibilità e per l’interessante intervista

 

Grazie a te per la professionalità ed in bocca al lupo

 

Matteo Venturini